Il museo
Il Museo Ambiente e Crimine (M.A.CRI.) nasce nel 2014 con l’obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico sui reati ambientali.
Tra questi quelli che deturpano il patrimonio ambientale, quelli perpetrati nei confronti delle specie protette e, infine, i reati commessi a danno alla fauna selvatica e nell’ambito agroalimentare.
Il Museo Ambiente e Crimine è intitolato al grande etologo e scienziato Danilo Mainardi.
Questi contribuì allo studio del comportamento animale e alla diffusione della cultura del rispetto e della salvaguardia della natura.
La struttura è divisa in diverse sezioni: incendi, inquinamento e rifiuti, bracconaggio, taglio illegale, CITES, maltrattamento animale, sicurezza in montagna, sicurezza agroalimentare e tecniche investigative mettendo in risalto gli strumenti di cui dispone lo Stato per combattere simili forme di illegalità.
IL PERCORSO DI VISITA
Il MACRI si sviluppa su circa 400 metri quadri in cui sono stati ricreati numerosi contesti ambientali che rappresentano i fenomeni criminali e i danni prodotti sull’ambiente.
Il percorso è corredato da pannelli in italiano e inglese che offrono per ogni argomento una spiegazione chiara, arricchita da dati e curiosità.
Nell’area del Museo Ambiente e Crimine dedicata al tema dell’inquinamento ambientale e agli incendi sono presenti esemplari vivi di avocette (uccelli dal curioso becco all’insù), spesso vittime dell’inquinamento delle zone umide, e testuggini marginate, in rappresentanza di tutti gli animali vittime degli incendi boschivi.
Nella parte centrale della struttura si trovano le teche espositive dedicate alla CITES (Convenzione che regolamenta il commercio internazionale di specie di flora e fauna in via di estinzione). Queste contengono, inoltre, esemplari imbalsamati, parti e prodotti derivati, confiscati e custoditi dal Servizio CITES dei Carabinieri Forestali, che vengono esposti e mostrati al pubblico per la prima volta. I reperti provengono dalle innumerevoli operazioni di polizia giudiziaria effettuate dal personale del Sevizio CITES negli ultimi venti anni, sia sul territorio nazionale che internazionale.
In prossimità delle teche sono illustrati i più importanti fenomeni criminali ai danni delle specie protette, obiettivo principale dell’attività di contrasto condotta dal Servizio CITES attraverso i suoi uffici dislocati sul territorio e presso le dogane (traffico illegale di avorio, pelli e pellicce, trofei, medicina tradizionale, conchiglie, etc..). Altre teche sono dedicate al bracconaggio, al reato di maltrattamento animale, alle agromafie, agli inquinamenti, alla sicurezza in montagna col Servizio METEOMONT, e contengono gli strumenti di cattura più utilizzati nella caccia illegale.
Altre ancora espongono gli strumenti di cui dispone l’investigatore della natura nella sua attività di indagine, che vanno dalle tecniche di laboratorio forense al laboratorio mobile del CUTFAA Carabinieri, dal Metodo delle Evidenze Fisiche per l’individuazione del punto di innesco di un incendio boschivo, al criminal profiling, dalle tecniche di identificazione delle specie protette, alla collaborazione internazionale (Interpol, Europol, etc.). È inoltre presente una saletta audio-video dove sono proiettati filmati che spiegano le varie attività svolte dal CUTFAA Carabinieri a difesa degli ecosistemi.
In diversi punti del Museo è inoltre possibile consultare in maniera interattiva un totem con touchscreen ed uno schermo, anch’esso tattile, mediante i quali visionare immagini, filmati e presentazioni Powerpoint, afferenti ai diversi crimini ambientali e alle tematiche affrontate nel percorso di visita.
Il MACRI segue l’orario di apertura del Bioparco.
L’ingresso è incluso nel costo del biglietto.