Cinque corvi delle Hawaii sono stati rilasciati mercoledì 4 dicembre 2024 a Maui, la seconda isola più grande dell’arcipelago delle Hawaii, dopo anni di preparazione nel continuo sforzo di riportare la specie nel suo luogo d’origine. Dichiarati estinti in natura nel 2002 dalla San Diego Zoo Wildlife Alliance, questi uccelli sono infatti gli ultimi sopravvissuti della specie Corvus hawaiiensis. La perdita dell’habitat, la predazione e le malattie introdotte dall’uomo, ne hanno causato l’estinzione.
È stato questo il primo passo per riportare la specie nei luoghi d’origine. “La traslocazione dei corvi a Maui è un monumentale passo avanti nella conservazione della specie e una testimonianza dell’importanza della partnership nell’invertire la perdita di biodiversità”, ha dichiarato Megan Owen, vicepresidente di Scienza della Conservazione presso la San Diego Zoo Wildlife Alliance. Il rilascio è infatti il risultato di anni di preparazione da parte di diverse organizzazioni e agenzie: l’US Fish, il Wildlife Service, il Dipartimento delle Hawaii per la Silvicoltura e la Fauna Selvatica e l’Università delle Hawaii.
Per far sì che si stabilissero legami solidi, i cinque corvi delle Hawaii, due femmine e tre maschi, prima del rilascio in natura hanno trascorso mesi in un gruppo sociale presso i centri di recupero di Keauhou e di Maui. Esperti zoologi della San Diego Zoo Wildlife Alliance hanno quindi valutato quando effettuare il rilascio in base alle loro capacità di ricerca del cibo e di risposta ai predatori. Nella valutazione ha preso parte anche un team di veterinari.
“Significa molto per me prendermi cura di questi corvi”, ha detto Keanini Aarona, specialista nel recupero di specie di uccelli presso il Maui Bird Conservation Center. “Per me – e nella mia cultura – i corvi delle Hawaii sono come i nostri antenati: i nostri kūpuna (n.d.a. gli antenati nelle culture native hawaiane e polinesiane). La foresta non sarebbe lì senza questi uccelli”. Trenta uccelli sono stati reintrodotti tra il 2016 e il 2020 nella Riserva Naturale di Puu Makaala sulla “Big Island”, l’Isola Grande hawaiiana.
Il professor Enrico Alleva, Presidente del Comitato Scientifico del Bioparco di Roma e figura di spicco nell’ambito dell’etologia e della conservazione, sottolinea che: “Ancora prevale, seppur stia fortunatamente diminuendo, un sentimento negativo nei confronti dei giardini zoologici e dei bioparchi, considerati luoghi di triste contenzione, quasi delle prigioni, per animali che meriterebbero una vita libera, non all’interno di recinti. In realtà zoo e bioparchi rappresentano delle riserve di germoplasma, proteggono e conservano animali rari in via di estinzione e comunque appartenenti a specie e/o a popolazioni in condizioni critiche di sopravvivenza numerica. Si tratta quasi di depositi di biodiversità, in questo insostituibili. Gli animali vengono mantenuti e fatti riprodurre in cattività. Vengono definite procedure ex situ, cioè al di fuori del naturale sito dove gli esemplari selvatici trascorrono la loro vita, quelle tecniche che permettono di allevare in cattività esemplari a forte rischio di estinzione. Una volta rafforzate numericamente queste piccole popolazioni, potranno iniziare le procedure di re-immissione in natura, proprio per ripopolare quelle zone dove queste stesse specie animali si sono rarefatte.
Questa è un delle principali attività in cui oggi sono impegnati zoo e bioparchi, accanto a un’opera di continua e robusta educazione nei confronti della conservazione della vita animale e vegetale, per preservare quella biodiversità planetaria messa a grande rischio in questa fase di antropocene da un’unica specie, che si è da sola attribuita il nome linneano di Homo sapiens sapiens”.
FOTO credit: Jacob Drucker