Diverse specie di cimici rappresentano una seria minaccia per l’agricoltura locale. In particolare, la cimice asiatica, che dal 2019 sta causando danni in frutticoltura. Per questo motivo, negli ultimi anni il gruppo di lavoro di Entomologia del Centro di Sperimentazione Laimburg, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e altri istituti di ricerca italiani, ha condotto un’ampia ricerca sull’ecologia, la biologia e il comportamento di questi insetti e dei loro antagonisti naturali.
Lo studio ha dimostrato che le specie di cimici esotiche, come la cimice asiatica, si trovano soprattutto nelle aree urbane. Nelle foreste, invece, le specie di cimici autoctone sono più comuni.
Oltre alla cimice asiatica, durante i monitoraggi è stata trovata anche la vespa samurai: negli ultimi due anni questo imenottero ha parassitato fino al 50% delle uova delle cimici in alcune località, dimostrando di essere l’antagonista naturale più efficace della cimice asiatica in Alto Adige.
Il prof. Enrico Alleva sottolinea: “Roma è invasa da specie denominate ‘aliene’, ovvero specie esotiche introdotte dall’uomo che non appartengono alla naturale biodiversità cittadina. Dal punteruolo rosso ai pappagalli, dalle tante specie di insetti che allarmano i romani, ai pesci sudamericani che popolano il Tevere, la fauna cittadina è stata profondamente trasformata negli ultimi decenni.
Quella delle ricerche condotte dal Centro di Sperimentazione Laimburg sembrerebbe una buona notizia, infatti una specie aliena – la vespa samurai – prederebbe un gran numero di cimici, a loro volta aliene e causa di notevoli perturbazioni negli ecosistemi italiani.
Notizie sporadiche arrivano, inoltre, su reazioni spontanee da parte della fauna autoctona (ovvero indigena) romana nei confronti delle specie aliene. Aneddotiche osservazioni indicherebbero che le cornacchie hanno iniziato a cibarsi degli individui adulti del terribile punteruolo rosso che insidia le nostre palme cittadine. A tal proposito, parrebbe che anche i pappagalli (specie aliene) facciano altrettanto”
Per di più esperti della Lipu accennano al fatto che la fiorente presenza di falchi pellegrini ha stimolato questa specie ad iniziare a predare i pappagalli. Probabilmente l’incremento della popolazione di questi rapaci è dovuto alle cassette nido poste negli ultimi venti anni dagli ornitologi legati anche ad esperti dell’Istituto Superiore di Sanità. Tale abitudine potrebbe aiutare a contrastare l’incremento della popolazione di pappagalli che come dimostrato in Spagna scacciano dalle loro cavità specie di pipistrelli estremamente utili per il controllo delle popolazioni di insetti che vivono in città”.
Prof. Enrico Alleva – Presidente Comitato Scientifico Bioparco di Roma
Le specie citate nell’articolo:
- Halyomorpha halys (cimice asiatica) – specie originaria dell’Asia orientale, principalmente Cina, Giappone e Corea.
- Trissolcus japonicus (vespa samurai) – specie originaria del Giappone e altre parti dell’Asia orientale.
- Rhynchophorus ferrugineus (punteruolo rosso) – specie originaria dell’Asia tropicale, si è diffuso successivamente in Medio Oriente e nel Mediterraneo.
- Myiopsitta monachus (parrocchetto monaco) – specie originaria del Sud America, in particolare Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay.
- Psittacula krameri (parrocchetto dal collare) – specie originaria dell’Africa subsahariana e del subcontinente indiano.
- Melopsittacus undulatus (parrocchetto ondulato) – specie originaria dell’Australia.
- Falco peregrinus (falco pellegrino) – il falco pellegrino ha un areale estremamente vasto, essendo presente praticamente in tutto il mondo: Europa, Asia, Africa, Nord America, Sud America e Oceania. Tuttavia, manca nelle regioni di foresta pluviale dell’America centrale e meridionale, così come in alcune parti dell’Africa occidentale. In Italia è presente con due sottospecie principali: Falco peregrinus peregrinus nell’arco alpino e Falco peregrinus brookei nell’Italia peninsulare e nelle isole.